Catalogo Foscarini Maestrie

continua autocoscienza sul progetto (solo Mari, Munari e i due Danese). Con Foscarini si apre ad una politica a moltissime voci dal momento che i designer che collaborano al catalogo Foscarini sono circa 33. Questa moltiplicazione di contributi sposta sottilmente l’ago della bilancia dal contenuto del progetto al modo di produrlo come il punto nodale di riconoscibilità dell’azienda. Oggi le operazioni di successo come ricorda Andrea Branzi “possono avvenire solo attraverso l’organizzazione di apparati provvisori”, apparati temporanei intelligenti che “evitano ogni struttura complessa” (2) . Provvisoria e intensamente manuale è la dimensione di questo artigianato neo-industriale. Il fascino di questa ricerca intensiva basata sul fare che ha spesso un andamento poco lineare e difficilmente programmatico è lo stesso che si può produrre in un laboratorio spaziale ad altissima tecnologia. È il concetto di lavorio continuo, di stato di perenne modificazione e perfettibilità condotto giorno per giorno che può produrre innovazione dove ogni micro-scarto in avanti può scaturire da una combinatoria casuale prodotta in uno stato di vaga incoscienza dovuta a questo iper-fare. Wernher von Braun, ingegnere tedesco padre della più estrema ricerca spaziale prima con i razzi V2 che sconvolsero Londra poi con la navicella Saturno V per la Nasa pensava alla ricerca negli stessi termini in cui vi pensa un artigiano definendola come qualcosa che “faccio quando non so cosa sto facendo”. Note (1) Luigi Pasinetti, Dinamica strutturale e sviluppo economico , Utet, Torino, 1984, pp. 314-315 (2) Andrea Branzi, Modernità debole e diffusa , Skira, Milano, 2006, pag. 53 153 Mastery 152 Maestrie

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