Catalogo Moroso Outdoor

Moroso vol 3/3 Outdoor 037 036 della realtà aumentata e dell’esaltazione dell’apparenza, s’intrecciano, con uno slancio vanitosamente demodé, due diverse interpretazioni della materialità. E lo spazio aperto – l’outdoor – non a caso diviene il territorio d’elezione di questo incontro. Alla ricerca della performance di superficie, di nuovi materiali e finiture che contraddistingue il mondo industrializzato e ipermoderno, si contrappone l’appropriazione colorata della forma da parte degli artigiani senegalesi. Una pratica spontanea e istintiva, radicata in ogni aspetto della quotidianità. Nel loro lavoro, mani e occhi si congiungono quasi a invertire la propria funzione. Le mani leggono la struttura, ne colgono l’essenza; gli occhi, invece, ne delineano l’aspetto, decretandone l’immagine finale. Un altro modo di guardare il mondo, differente, più affine alla generazione che alla progettazione. Il risultato meraviglia. Semplici intelaiature metalliche rivestite con fili colorati assumono una forza espressiva completamente nuova. Nella storia dell’uomo, l’intreccio precede la ceramica e la scrittura; nel design, segue l’idea. Dalla ripetizione sequenziale di un semplice gesto, ogni singolo progetto diventa portatore di una singolarità, affermazione di autenticità materiale e relazionale. La diversità è evidente, nei disegni, nel linguaggio che racconta di contaminazioni culturali “ancora” volutamente (e piacevolmente) umane. della realtà aumentata e dell’esaltazione dell’apparenza, s’intrecciano, con uno slancio vanitosamente demodé, due diverse interpretazioni della materialità. E lo spazio aperto – l’outdoor – non a caso diviene il territorio d’elezione di questo incontro. Alla ricerca della performance di superficie, di nuovi materiali e finiture che contraddistingue il mondo industrializzato e ipermoderno, si contrappone l’appropriazione colorata della forma da parte degli artigiani senegalesi. Una pratica spontanea e istintiva, radicata in ogni aspetto della quotidianità. Nel loro lavoro, mani e occhi si congiungono quasi a invertire la propria funzione. Le mani leggono la struttura, ne colgono l’essenza; gli occhi, invece, ne delineano l’aspetto, decretandone l’immagine finale. Un altro modo di guardare il mondo, differente, più affine alla generazione che alla progettazione. Il risultato meraviglia. Semplici intelaiature metalliche rivestite con fili colorati assumono una forza espressiva completamente nuova. Nella storia dell’uomo, l’intreccio precede la ceramica e la scrittura; nel design, segue l’idea. Dalla ripetizione sequenziale di un semplice gesto, ogni singolo progetto diventa portatore di una singolarità, affermazione di autenticità materiale e relazionale. La diversità è evidente, nei disegni, nel linguaggio che racconta di contaminazioni culturali “ancora” volutamente (e piacevolmente) umane.

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