Catalogo Pedrali 2017

55 54  PEDRALI Fili d’erba, il magazzino automatico di Pedrali Due figure retoriche riappaiono continuamente nell’architettura della prima età dellamacchina: quella del telaio strutturale a vista e quella della vetrata continua. Ma la parete che protegge il nuovomagazzino automatico di Pedrali aMornico al Serio disegnata da CZA non vuole tanto essere la rappresentazione del suo contenuto interno - un meccanismo perfetto, dove il percorso dei carrelli robot solca come un canyon la struttura degli scaffali – quanto piuttosto una quinta visiva che risponde alle diverse condizioni del paesaggio circostante. Il successo aziendale di Pedrali e la sua coscienza nel campo della sostenibilità dei cicli di produzione ha infatti generato nel tempo un complesso edilizio di grande qualità ambientale all’interno di un paesaggio dove lematrici agricole sono ancora fortemente presenti; lamole del nuovomagazzino automatico - la cui altezza e volume sono totalmente determinati dal suo funzionamento interno - ne costituisce il completamento sul lato sud, e lambisce il tracciato dell’antica via Francesca. La risoluzione architettonica del nuovomagazzino vuole quindi rispondere al tema astratto della “carterizzazione” di unamacchina industriale con una risposta specifica, fortemente relazionata al proprio contesto, all’orientamento solare, e all’insediamento produttivo al quale appartiene. Il parallelepipedo primario è così inflesso da due aggetti volumetrici: il primo, in corrispondenza del suo angolo sud-ovest, raccoglie il percorso visitatori all’interno del complesso e riprende il tracciato della roggia che costituisce il confine ovest del perimetro; il secondo - che esce con un ardito sbalzo dall’angolo nord-est, spelando una parte della parete del magazzino per svelarne il funzionamento interno attraverso una grande lastra di vetro - forma il latomancante del grande piazzale di carico e scarico e si dà come traguardo visivo dall’ingresso agli uffici sul margine nord. Un corpo di raccordo, che ospita il lungo nastro verde del percorso sospeso per i visitatori, connette il magazzino ai capannoni esistenti. Tutte le quattro pareti d’ambito del nuovo magazzino sono rivestite in pannelli coibentati lisci finiti in color alluminio naturale; sopra questi, una serie di elementi semplici realizzati con profilati di alluminio estrusi generano un pattern visivo formato da una combinazione di linee verticali ed oblique, quasi dei giganteschi “fili d’erba” che ritmano e dannomisura alla superficie cieca e inarticolata delle facciate, in particolare la grande superficie a sud. Questi elementi sono lasciati nel colore naturale dell’alluminio sulla loro faccia orientata ad est  - quella verso il nucleo urbano di Mornico - e invece colorati in tre diverse tonalità di verde sul lato ovest, quello rivolto verso i campi e la roggia. Il gioco della lunghezza, direzione e intensità delle ombre di queste “lamelle” al cambiare delle ore, combinato con il loro mix cromatico e con la diversità delle viste frontali e di scorcio al quale il nuovo magazzino è soggetto da punti di vista diversi, genera un vero “spettacolo ottico” di grande suggestione. Un effetto particolare è quello della riflessione dei toni cromatici dei lati colorati sulla faccia opposta di quelli lasciati color alluminio per chi percorre la strada da est verso ovest, che genera una sorta di effetto cangiante, simile a quello delle ali di una farfalla o delle elitre di un coleottero. Il volume sordo e uniforme del nuovomagazzino è così trasformato in un fenomeno visivo ricco di variazioni, una sorta di “amplificatore” naturale delle ore del giorno e delle stagioni, che in alcuni momenti dissolve il volume nel cielo nebbioso, riflettendone i toni grigio-azzurri, e in altri si carica del verde acceso dei campi agricoli primaverili. Il disegno architettonico del magazzino e dei suoi spazi di pertinenza supera così il concetto di pura “mitigazione ambientale” con cui molte strutture industriali sono trattate, diventando un segnale importante del radicamento di Pedrali e delle persone che vi lavorano in un territorio specifico come quello della Bergamasca e al contempo della loro capacità di dialogo conmercati e realtà sempre più globali. Cino Zucchi

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