Catalogo Vittorio Grifoni VG CATALOGO CONTEMPORANEO
GITE FIORENTINE FLORENTINE JOURNEY Le “Gite fiorentine” erano nell’ottocento gite svolte da italiani, inglesi, tedeschi, austriaci, ed anglosassoni d’oltreoceano, per entrare con grazia, in modo educato e leggero nel “bel paese”, nella sua classicità urbana ed agreste. Gite di monumenti e “picnic” in campagna. Gite per scrivere d’architettura, d’arte e di memorie intellettuali, mescolate a profumi di campi, e a romantici innamoramenti. La riscoperta di tali viaggi in punta di piedi, così ben rappresentati in romanzi e filmografia, si collegano qui a quella cultura della rinascita, della ricostruzione del “bel paese” del dopoguerra, cultura resa didascalia da noti e meno noti fotografi americani alla riscoperta di un modo di vivere italiano. Oggi per necessità di “disegno”, mi ritrovo a percorrere, accompagnato per mano della Vittorio Grifoni, un lungo tragitto, una vera e propria gita fiorentina; un viaggio tra conoscenza ed esperienza, tra botteghe ed artigiani, tra intagliatori e scultori, decoratori, doratori, argentieri, intrecciatori, tornitori, tra patine, forme, sagome, curvati, cornici e cornicette, linee rinascimentali, barocche e classiche. Se il paradosso delle gite fiorentine era alla fine trovare altro da ciò che si ricercava o che si pensava di cercare all’inizio, il ritrovarsi coinvolti in un qualcosa di imprevisto che modifica il tutto, così anche questo mio viaggio, intrapreso per cercare spunti a nuove forme contemporanee diviene altro, o anche altro: scoperta di possibili forme senza tempo. D’altro canto tra quelle tecniche, tra quelle botteghe cariche di lavoro, sudore, magia e terra sedimentata, patina dopo patina, qualcosa non può non rimanerti addosso. Il tentativo di rendere strutturale il senso di quelle polveri diviene così la storia e il senso di queste collezioni tematiche: le Sculture, gli Intrecci, le Curve, i Decori, i Bassorilievi. “Florentine trips” in the 19th century were tours undertaken by Italians, English, Germans, Austrians and North Americans, a way of making a graceful, polite and light impact with Italy, with itsurban and rural classicality. Trips to visit monuments, “picnics” in the countryside. Trips writing about architecture, art and intellectual recollections, mixed with the scents of the countryside, and romantic falling in love. We connect the rediscovery of these light-footed journeys, depicted so well in novels and films, to the culture of rebirth, the postwar reconstruction of the “bel paese”, a period captured by famous and less well- known American photographers as they soughta picture of the Italian way of life. Today, for “design” needs, I am here, ably accompanied by Vittorio Grifoni, undertaking a long journey, a veritable Florentine tour. A journey of knowledge and experience, looking at workshops and craftsmen, engravers and sculptors, decorators, gilders, silversmiths, weavers, turners, of glazes, forms, moulds, curves, frames and cornices, of Renaissance, Baroque and classical styles. Many a Florentine tour resulted in coming across something very different from what was originally being sought, finding oneself involved in something unexpected that changes everything. In the same way, my journey, undertaken to seek inspiration for new contemporary forms, has become something else: the discovery of possible timeless forms. In experiencing those techniques, those workshops diffused with sweat, magic and clay, glaze after glaze, something inevitably remains on our skin. The attempt to make sense of the dust floating around these places has resulted in these collections, each with its own theme: e Sculture, gli Intrecci, le Curve, i Decori, i Bassorilievi. 7 6
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